Endocrinologia

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L’Endocrinologia si occupa della diagnosi, trattamento e follow up delle malattie del sistema endocrino (tiroide, paratiroidi, pancreas, ipofisi, surreni, testicoli e ovaie), insorte primitivamente o secondariamente ad altre malattie.

MAGGIORI DETTAGLI

Le malettie trattate

La principali malattie endocrinologiche trattate sono:

  • Patologia nodulare della tiroide
  • Tiroiditi croniche autoimmuni
  • Ipotiroidismo e ipertiroidismo (gozzo iperfunzionante e m. di Basedow-Graves)
  • Neoplasie della tiroide
  • Patologie ipofisarie: adenomi secernenti (prolattinoma, malattia di Cushing, acromegalia) e non secernenti
  • Patologie surrenaliche: adenomi secernenti, incidentalomi, feocromocitomi
  • Iperparatiroidismo 
  • Obesità 
  • Osteoporosi

Densitometria ossea: cos’è la MOC/DEXA?


La MOC (Mineralometria Ossea Computerizzata) è un esame che consente una valutazione sullo stato di salute dello scheletro garantendo una identificazione precoce e accurata della densità scheletrica, la diagnosi precoce e il monitoraggio dell’osteoporosi, nonché la stima del rischio di frattura.

La densitometria ossea si esegue con una tecnica a doppio raggio X (tecnica DEXA Dual-Energy X-ray Absorptiometry) e si tratta di un esame semplice, con minima esposizione radioattiva, che misura la densità minerale ossea dello scheletro a livello della colonna vertebrale e del femore prossimale. 

L’interpretazione della MOC si basa sul T-score, o differenza fra valore di densità minerale dell’osso del paziente e quello di soggetti sani dello stesso sesso dell’età di 30 anni.

L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha stabilito che un T-score superiore a -1 ha significato normale, un T-score compreso tra a -1 e -2.5 indica osteopenia, o lieve riduzione della densità minerale scheletrica, mentre un T-score inferiore a -2.5 indica osteoporosi, con aumentato rischio di fratture.

L’osteoporosi è una malattia molto comune sia nel mondo che in Italia dove, oltre i 50 anni d’età, interessa una donna ogni tre e un uomo ogni otto.

In quali soggetti e quali condizioni è indicata la MOC?

  1. donne in menopausa precoce o chirurgica
  2. donne in menopausa e maschi adulti di età superiore ai 60 anni con fattori di rischio per osteoporosi
  3. donne in menopausa con basso peso corporeo, carenti in vitamina D, fumatrici, con storia di abuso alcolico, scarso esercizio fisico
  4. pazienti con osteoporosi familiari
  5. pazienti con fratture frequenti in seguito a traumi lievi
  6. soggetti (anche di età inferiore a 60 anni) in terapia cronica con farmaci che potrebbero avere effetti osteopenizzanti (cortisonici, immunosoppressori antidepressivi, anti-retrovirali e anti-epilettici, e terapie ormonali del carcinoma della prostata e della mammella).
  7. soggetti (anche di età inferiore a 60 anni) con le seguenti condizioni: anoressia nervosa, malattie reumatiche, malattie infiammatorie croniche intestinali, celiachia, sindromi da malassorbimento, bronchiti croniche trattate con cortisonici, malattie ematologiche, malattie neuro-muscolari, ipertiroidismi, iperparatiroidismi, ipogonadismi, malattie dell’ipofisi.

Per i pazienti con osteopenia o osteoporosi, è consigliabile seguire un calendario di monitoraggio della MOC a cadenza regolare (di solito gli specialisti consigliano ogni 18-24 mesi) per tenere sotto controllo eventuali peggioramenti della densità minerale ossea e prevedere gli eventi fratturativi. Un regolare monitoraggio consente inoltre di valutare l’efficacia delle terapie anti-osteoporotiche in atto.

L'endocrinologo risponde

  • IPERTIROIDISMO: CHE SIGNIFICA?

    L’ipertiroidismo è una malattia causata da aumento della funzione tiroidea, con conseguente incremento dei livelli degli ormoni tiroidei nel sangue. Gli ormoni tiroidei (T3 e T4) regolano la velocità con cui si svolgono i processi metabolici dell’organismo, influenzando molte funzioni vitali, come la frequenza respiratoria e cardiaca, l’attività muscolare, la crescita, la digestione e la fertilità.

    Fra le cause più frequenti dell’ipertiroidismo vi sono le tiroiditi (processi infiammatori della ghiandola tiroide spesso dovuti ad anomala attivazione del sistema immunitario), noduli tossici o adenomi benigni che producono eccessive quantità di ormoni tiroidei, assunzione di sostanze contenenti ormoni tiroidei o iodio, farmaci, radiazioni e raramente, una iperstimolazione da parte dell’ipofisi.

    Nell’ ipertiroidismo si verifica quasi sempre un aumento di volume della tiroide (gozzo), accelerazione del metabolismo corporeo con aumento della frequenza cardiaca, dimagramento e aumentata stimolazione del sistema nervoso centrale con sintomi quali iperattività, tremori, insonnia, diarrea e instabilità emotiva. 

    Altri sintomi tipici dell’ipertiroidismo sono la debolezza, il nervosismo, le alterazioni del ciclo mestruale, e possibili manifestazioni oculari tipiche del morbo di Basedow quali lacrimazione, secchezza oculare, esoftalmo e diplopia. L’ipertiroidismo viene trattato con farmaci antitiroidei, eventuale chirurgia o terapia con iodio radioattivo. Si tratta di un percorso di cura importante e spesso di lunga durata nel quale il ruolo dello specialista endocrinologo è fondamentale per le scelte terapeutiche e per la guarigione definitiva.

  • IPOTIROIDISMO: CHE SIGNIFICA?

    L’ipotiroidismo è una delle malattie più frequenti che interessano la tiroide e in conseguenza la produzione dei suoi ormoni T4 e T3. Gli ormoni tiroidei stimolano la crescita, lo sviluppo dell’organismo e l’equilibrio metabolico di tutti i suoi sistemi, in particolare cardiovascolare, gastrointestinale e nervoso. Il mal funzionamento della tiroide provoca una riduzione degli ormoni tiroidei (T4 e T3) e quindi, un rallentamento del metabolismo energetico. Quando la funzione tiroidea sia è molto compromessa, si verifica aumento del peso corporeo, ritenzione di liquidi, stipsi, sensazione di freddo, rallentata frequenza cardiaca (bradicardia), sonnolenza e rallentamento psichico. L’ipotiroidismo è solitamente un processo lento e insidioso che può anche non venir diagnosticato nelle fasi iniziali: i sintomi non sono necessariamente evidenti e spesso non si verificano aumento di peso o gli altri sintomi della malattia conclamata.

  • NELL’IPOTIROIDISMO CHE NE SARÀ DEL MIO PESO FORMA?

    L’ipotiroidismo è una patologia curabile con successo grazie alla levotiroxina (L-tiroxina sodica o L-T4), sintetizzata nel 1949, che costituisce il farmaco di prima scelta. La dose iniziale di levotiroxina deve essere stabilita in base al singolo paziente e dipende dalla gravità e dalla durata dell’ipotiroidismo, dal peso, dal sesso e dall’età del paziente, nonché dalla presenza di eventuali patologie concomitanti oppure dall’assunzione di altri farmaci. Una adeguata terapia, se ben seguita, garantisce un corretto mantenimento del peso forma. Va tenuto presente che le modificazioni del peso corporeo influenzano il dosaggio della levo-tiroxina: all’aumentare del peso si deve conseguentemente incrementare la posologia del farmaco e per converso la posologia va ridotta in caso di dimagramento. Anche in questo caso la figura dell’endocrinologo è di importanza fondamentale.

  • LA TERAPIA CON LEVO-TIROXINA È SICURA?

    Non esistono controindicazioni alla terapia tiroidea sostitutiva che è sicura e  indicata in gravidanza e nei percorsi di procreazione assistita. La terapia con ormoni tiroidei è priva di effetti collaterali se ben dosata e viene ben tollerata nella maggior parte dei casi. Alcuni farmaci e sostanze interferiscono con la levo-tiroxina e anche per questi motivi è necessario che la terapia sostitutiva venga seguita con attenzione, sotto supervisione del medico curante e dello specialista endocrinologo. Dopo aver curato l’ipotiroidismo, i miei esami sono nella norma: colpa della tiroide se dimagrisco? Se il dosaggio della levotiroxina, utilizzata per curare l’ipotiroidismo, è adeguato, all’interno dell’organismo si ripristina un normale livello degli ormoni tiroidei e quindi anche il metabolismo torna nella norma. Qualora si verifichi un dimagrimento, con esami tiroidei di laboratorio nella norma, allora si devono cercare altre cause, fra cui non infrequente la celiachia.

  • PERCHÉ HO UN ECCESSO DI PESO?

    L’eccesso di peso è una patologia in crescente aumento nel mondo occidentale. In caso di sovrappeso, è importante effettuare una valutazione endocrinologica al fine di escludere cause ormonali correlate. La causa principale dell’aumento ponderale è lo squilibrio che si genera tra la quantità di calorie che entrano nel corpo e quelle che vengono bruciate. Abitudini alimentari errate causano un eccesso di introito calorico con il cibo e una scarsa attitudine all’attività fisica fa sì, inoltre, che il cibo non venga adeguatamente smaltito. Il risultato di questi fattori è il progressivo aumento di peso. La tiroide è spesso indicata come la principale colpevole di un eccesso di peso, ma tale concezione è generalmente non corretta. I fattori che regolano il peso sono così numerosi che una lieve alterazione della funzione della tiroide solitamente non può essere la causa principale dell’aumento di peso. 

    Spesso l’aumento di peso corporeo è associato ad alcune disfunzioni endocrine quali la resistenza insulinica, il diabete mellito, l’ipotiroidismo grave o alterazioni della funzione surrenalica e tutte queste alterazioni vanno accuratamente diagnosticate e/o escluse in modo che si possa offrire la perfetta soluzione diagnostica e terapeutica. Per tutte queste condizioni il ruolo dello specialista endocrinologo è essenziale e insostituibile.

  • CHE FARE SE SI SOSPETTA UNA INFERTILITÀ?

    In presenza di difficoltà al concepimento, anche se con regolari cicli mestruali, si deve impostare un corretto percorso di coppia per escludere disfunzioni endocrine che comportino una ridotta fertilità. Si devono accertare ed escludere tutte le disfunzioni tiroidee, ovariche, testicolari e ipofisarie eventualmente responsabili. Le condizioni cliniche più coinvolte sono l’ovaio policistico con insulino-resistenza, l’iperprolattinemia e alterazioni della produzione di spermatozoi. Nel settore dell’infertilità, l’endocrinologia, la ginecologia e l’andrologia sono le tre discipline che agiscono in modo sinergico per garantire alla coppia il percorso di diagnosi e cura adeguato.

  • CHE FARE IN GRAVIDANZA?

    Una particolare attenzione va posta alle gravide che presentano tiroiditi autoimmuni. Prima e durante la gravidanza va garantito un corretto controllo della funzione tiroidea, impostando una terapia adeguata che consenta di mantenere il TSH entro livelli ottimali per la madre e il bambino/a. Nel caso si debba ricorrere a un percorso di gravidanza assistita, ancora una volta l’endocrinologia è una specialità essenziale per una corretta impostazione di diagnosi e cura. Le linee guida internazionali stabiliscono dei precisi valori di TSH entro cui ci si debba mantenere sia prima che dopo la stimolazione farmacologica assistita. In molte pazienti è consigliabile iniziare la terapia con levo-tiroxina pur in presenza di normali T3 e T4 e la posologia del farmaco va personalizzata con cura. In tutte le pazienti gravide deve inoltre essere impostata una adeguata supplementazione iodica per prevenire la comparsa di disfunzioni tiroidee nella madre e nel bambino/a.

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